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Amore spirituale o amore carnale?

In questa pagina, a pochi giorni dalla festa della donna, una riflessione interessante sul ruolo e sulla natura femminile nell’atto dell’innamoramento (e non solo), partendo dal Dolce Stil Novo e arrivando sino a oggi. E’ un tema di Rebecca Petullà (III E). Buona lettura!

L’amore stilnovistico è concentrato sulla donna.

L’amore per la donna, all’epoca, non era un amore passionale; era un amore delicato, come lei stessa, la sua protagonista, è in fin dei conti.

La donna era vista come un angelo che si innalzava su tutti, come simbolo di superiorità spirituale e mentale rispetto all’uomo.

Purtroppo per noi donne, trovo che al giorno d’oggi sia rimasto ben poco per quanto riguarda l’amore stilnovistico.

A tutte noi piacerebbe essere guardate e apprezzate, non per la quinta di seno o per il lato B ben formato, ma per quello che siamo dentro e per l’anima che mettiamo in ogni gesto.

Con questo non bisogna dare tutta la colpa solo agli uomini perché ci screditano o sottovalutano, ma anche alle donne: a tutte quelle donne che preferiscono mostrare solo il loro lato esteriore (la maggior parte delle volte per quello che non è), a quelle donne che mascherano la loro insicurezza e sensibilità usando il loro fisico, a quelle donne che in fondo permettono agli uomini di essere usate come giochi e puri divertimenti. Nulla di più.

Noi siamo donne, andiamo oltre il corpo e le gambe. Siamo da apprezzare, da amare e soprattutto da proteggere.

Non siamo state create solo per soddisfare i bisogni fisici degli uomini, ma per dar loro qualcosa di molto più concreto, che può essere una famiglia o l’amore che solo una donna può dare.

Questa riflessione nasce pensando a quanto ultimamente la parte fisica di una donna prevalga su quella mentale.

Però attenzione, non in tutte le circostanze.

Ad esempio: durante l’innamoramento tra un uomo ed una donna, la parte prevalente (anche secondo esperienza personale) sono gli occhi. Le persone più adulte dicono che gli occhi sono lo specchio dell’anima, e in fin dei conti non hanno tutti i torti. Sono gli occhi a trasmettere tutte le mille emozioni che vagano dentro l’anima di ciascun essere umano; sono loro a mostrare la tristezza, l’emozione, la rabbia e l’AMORE.

Ogni uomo ha un atteggiamento o un pensiero diverso; sono sicura che di uomini, pieni di romanticismo e amore da dare, ne esistano ancora tanti, ma credo che sia superiore il numero di quelli che provano interesse solo verso un “amore sessuale”.

Per questo, ci sono donne che provano ancora un dolore come quello di Francesca, a causa di tradimenti o violenze nei loro riguardi da parte di persone troppo becere o immature per capire quale tesoro abbiano trovato.

Rebecca Petullà, III E

3 Commenti

  1. Complimenti Rebecca e anche grazie perché prima di commentare sono andato a gurdare cosa dice l’enciclopedia Treccani in merito a Stil Novo, un po’ di ripasso non guasta mai.

    Spesso si confonde l’amore con l’erotismo. Ho visto è vedo tante ragazzi/e confusi/e su questo aspetto. Vedo giovani desiderosi di un rapporto sincero non essere presi in considerazione da ragazze che si trasformano in forziere pieno di dobloni d’oro solo per attrarre il primo pirata che passa. Poi piangono lacrime amare perché il pirata le ha depredate del loro tesoro più prezioso. Vedo giovani donne con il desiderio di essere apprezzate per quello che sono, non essere considerate da chi ha troppo testosterone nel cervello.
    Sicuramente un argomento difficile, dove verità, mistero, empatia, falsità, insomma tutto quello che è la razza umana si concentra.
    Attenzione agli sguardi. Sono ingannevoli. Ho conosciuto persone con lo sguardo dolce rivelarsi aggressive e persone che alla prima occhiata pensavo di evitare, dimostrarsi grandi amici e amiche. A volte l’occhio è lo specchio di un animo sensibile che vuole nascondersi attraverso uno sguardo torvo e minaccioso.
    A me sembra di aver capito una cosa; più che gli occhi è meglio soffermarci sulle orecchie, perché chi sa ascoltare e non prevarica merita una possibilità.

    Una riflessione: noi tutti appassionati di musica fin dagli anni 70 guardiamo i video dei nostri eroi canterini. Ma hai notato come si è trasformato il ruolo della donna nei videoclip musicali in questi anni?

  2. Bellissime le tue riflessioni, Rebecca. Approvo il tuo malcontento riguardo all’idea attuale della donna, alla difficoltà di essere apprezzate per quanto di bello e di interiore ci sia nell’essere umano al femminile. Ma ti svelo un segreto: l’uomo sa, l’uomo sente quanto preziosa e bella sia la donna, sia dentro che fuori. E proprio per questo nella storia, pur desiderandola e spesso divinizzandola (come capitava alla Donna Angelo del Dolce Stil Novo), l’uomo non ha mai sopportato la sua Bellezza e Unicità, che mette in forse e oscura le diverse virtù e capacità maschili. Purtroppo penso che anche nel Medioevo la donna, pur cantata come donna Angelo, Donna Pietra e così via, rimaneva relegata sempre in un ruolo inferiore a quello dell’uomo, e messa in ombra. Le donne del popolo crescevano i figli, e le nobili, pur dilettandosi con la musica e l’arte (sempre se concesso), attendevano di andar spose ad un uomo, e nel peggiore dei casi a “sposarsi con Dio”, prendendo l’abito religioso. Dunque non è cambiato moltissimo, ad oggi. La fortuna è poter esprimere il nostro pensiero. La fortuna è avere conquistato diritti, e anche doveri, che ci rendono pari all’uomo. Guardati intorno, Rebecca. Perché ti assicuro che uomini con la “U” maiuscola ci sono. Sono quelli che intuisci essere sinceri, sensibili, dolci , intelligenti, fantasiosi, amorevoli, che ti fanno sentire un Regina, e che hanno una sensibilità molto vicina a quella delle donne. Ci sono, Osserva bene, ascolta bene le parole (per citare il collega Bianchi), e sono sicura che saprai distinguere, e scegliere chi ti potrà apprezzare. oltre la parte fisica, quella meno importante.

  3. Carissima Rebecca,
    leggo con interesse il tuo articolo ed i commenti dei colleghi. Se posso aggiungere il mio personale contributo a questa interessante discussione, penso che il tuo senso di frustrazione derivi anche dai messaggi che arrivano dal mondo esterno, ad esempio da una musica che, sempre più spesso, propone stereotipi in cui le ragazze e le donne sono trattate come merce da scegliere o scartare, come frutta al supermercato. In particolare nel genere trap, molto in voga tra voi gggggiovani, si trovano gli esempi più eclatanti. Ammetto di essermi molto sorpreso quando ho scoperto che una delle esponenti femminili più in voga di questo genere invece di cercare di ribaltare questa visione pubblica canzoni come “Main bi*ch” dove già dal titolo mi sembra trapelare una visione completamente aderente a quella mainstream di questo genere musicale.
    Concordo però con Silvia quando afferma che la condizione della donna in passato non fosse molto migliore. Probabilmente quando ci guardiamo indietro ci limitiamo ad analizzare le forme d’arte più elevate. Senza analizzare epoche così lontane come il medioevo, mi viene in mente una canzone di Battiato, “La cura” nella quale il rapporto non è di sicuro ridotto ad una mercificazione o al semplice aspetto fisico.
    Vorrei però dare un’ulteriore lettura, a mio avviso è cambiato anche il concetto di rappresentare la realtà nelle diverse forme artistiche. Più si va indietro nel tempo e maggiori sono gli esempi di una certa purezza dell’arte, si doveva cioè rappresentare il lato positivo, il meglio, mentre più ci si avvicina ai giorni nostri più è stato “sdoganato” il racconto del peggio, si pensi al filone dei film “pulp”, a “cartoni animati” irriverenti come “The family guy” o “brickleberry” e questo mi fa sorgere una domanda che per me è ancora senza risposta.
    Rappresentare i comportamenti peggiori della società, che sicuramente sono sempre esistiti, contribuisce a farli emergere e quindi a denunciarli come giustamente fai tu, oppure li giustifica dando loro ancora maggiore visibilità?
    Ai posteri l’ardua sentenza!
    Un abbraccio grande con l’auspicio di raggiungere te e la tua famiglia in ottima forma!
    Giuseppe

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