Il tema dell’inclusione nella scuola di oggi…
L’inclusione è oggi un pilastro fondamentale della Scuola Italiana, non più intesa come semplice integrazione degli alunni con necessità di sostegno didattico, ma come un approccio olistico e sistemico che mira a garantire il pieno diritto all’istruzione a tutti gli studenti, a prescindere dalle loro differenze di abilità, origine socio-culturale, genere o stile cognitivo. Il concetto, infatti, si è evoluto nel tempo con il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES) in senso lato, riconoscendo che ogni studente è un individuo con specifiche necessità e potenzialità. L’Italia vanta una legislazione pionieristica di eccellenza mondiale, avviata fin nel 1977 con la legge 517 e consolidata successivamente con la nota legge 104 del 1992 e il successivo D.Lgs. 66/2017, che promuove l’inserimento degli alunni con disabilità nelle classi ordinarie, superando il concetto di scuola speciale che oggi è ancora presente in europa e nel mondo. Questo modello inclusivo si basa sul principio che la diversità è una risorsa per tutti ed è un’opportunità di crescita per l’intera comunità. L’obiettivo è infatti duplice: da una parte si deve garantire il successo formativo di ciascun alunno, attraverso percorsi individualizzati e personalizzati (come il PEI per gli alunni con necessità di sostegno didattico o il PDP per gli studenti con DSA o altri rientrati in uno o più BES), dall’altra è necessario trasformare l’ambiente di apprendimento, rendendolo di volta in volta sempre flessibile ed accessibile, in modo che sia la scuola ad adattarsi alle necessità dell’alunno, e non viceversa.
Nonostante i progressi normativi, l’inclusione oggi rimane una sfida quotidiana. Gli insegnanti non possono possedere sempre e tutte le competenze/conoscenze adeguate per gestire classi complesse e per differenziare efficacemente la didattica a seconda di ogni specifica diagnosi. La formazione continua, anche sul campo, è quindi imprescindibile. L’inclusione a scuola non può limitarsi all’ottemperare correttamente gli atti burocratici, ma deve diventare giorno dopo giorno una pratica diffusa che sia basata sull’empatia, l’ascolto attivo e con il superamento di ogni pregiudizio.

